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Ariminum prima di Rimini

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Nel 268 a.C. Ariminum nacque come colonia latina, i rinvenimenti sono concentrati intorno al centro dell'ora città, in una zona tra le odierne via Tonini via Tempio Malatestiano via Alberti da una parte, via Castelfidardo via Cattaneo dall'altra. 

Rimini fu inizialmente un punto di approdo alla foce del Marecchia, che garantiva il collegamento di Verucchio con l'Adriatico delle merci destinate a Verucchio.
Il nome Ariminum indica la città dell'antico Marecchia ( fiume Ariminus) e fu creata dai Romani con un idronimo, un nome cioé derivato da quello di un corso d'acqua.
 
Ariminum fu fondata nel 268 a.C. dai Romani. La creazione di questa colonia, cui seguì quella di Sarsina, rispose all'esigenza di sicurezza e di difesa contro infiltrazioni dal Nord. Mentre le colonie di diritto romano dovevano sottostare alle decisioni dei magistrati e del senato romani, quelle latine come Rimini avevano propri magistrati ed una certa libertà , unico obbligo era di fornire uomini all'esercito. I coloni che giunsero a Rimini provenivano dal Lazio e dalla Campania: si suppone che fossero circa 6.000, con le  rispettive famiglie, ad essi i Romani assegnavano appezzamenti di terreni suddivisi con la centuriazione. (sistema di misurazione del terreno utilizzato dai Romani per dividere i territori conquistati in appezzamenti quadrati di 20 actus di lato = 710 metri (circa 50 ettari), la centuria appunto, che, secondo la tradizione, veniva a sua volta distribuita in parti uguali a 100 coloni (di qui il nome "centuria"), cui venivano in questo modo assegnati appezzamenti di 2 jugeri ciascuno; nella nostra zona tuttavia gli appezzamenti furono più ampi).  
 
Ogni centuria veniva suddivisa al proprio interno, per ricavare le aliquote di assegnazione (sortes) per i singoli coloni: i limites intercisivi, cioé le linee di demarcazione delle centurie, erano fisicamente espressi da fossati, muretti, filari d' alberi, sentieri, che avevano anche una funzione di confine di proprietà . La via Flaminia fu tracciata, nel 220 a.C., dal console Gaio Flaminio; essa  congiungeva Roma a Rimini attraverso l' Appennino; arrivata a Fano, risaliva fino a Rimini seguendo la linea di costa; il capolinea era alla  porta urbica  poi  Arco d'Augusto.  
 
Il console M.Emilio Lepido costruì nel 187 a.C  la  via Emilia,  partendo dal ponte di Tiberio attraversava le odierne Celle congiungeva Rimini a Piacenza.
 
 La via Popilia, invece fu costruita dal console Publio Popilio Lenate nel 132, partiva da Rimini e raggiungeva Adria, con andamento costiero e rettilineo.  Rimini rappresentò  quindi il nodo di tre fondamentali strade come la via  Flaminia, la via Emilia e  la via Popilia, ma anche  altre vie importanti e articolate la congiungevano all'entroterra collinare;  dal  punto di vista militare e strategico la più importante fu la via della valle del Marecchia, che attraverso il Passo di Viamaggio collegava Rimini ad Arezzo creando una congiunzione ,con le vie Garibaldi e IV Novembre, dalla città alla zona portuale.
 
Le due linee di base su cui fu costruito il reticolo cittadino furono il cardo maximus (via Garibaldi - via IV Novembre) e il decumanus maximus (Corso d'Augusto); il cardo maximus, conduceva in prossimità del porto e costituiva la continuazione della via per Arezzo.  Ognuno dei rettangoli che compongono la maglia cittadina costituiva un' insula, , l'unità di base della struttura cittadina, i perimetri delle case non potevano uscire dal limite dell' insula. Con la costruzione della via Flaminia e della via Emilia, l'asse principale della città si spostò sul decumanus maximus,  mentre il cardo restò strada di traffico interno.  
Grossi blocchi di arenaria  formavano la cinta muraria che  proteggeva il nucleo urbano su due lati, sugli altri due correvano il Marecchia da una parte e la costa dall'altra. Le strutture portuali antiche oggi sono interrate per l'avanzamento della costa.  Si può supporre che nell' ?800 l'antico porto fosse tra l'anfiteatro e la stazione ferroviaria e  se ne può tuttavia il bacino tra Piazza Martiri d'Ungheria e il delta del Marecchia, che sfociava in mare circa all'altezza di via Clodia.   Bibliografia: Storia di Rimini di O. MARONI, M.L. STOPPIONI, Soc. Editrice Il Ponte Vecchio Cesena