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Le Belle Rocche Malatestiane della Romagna

Notizia pubblicata il 06 ottobre 2009



Categoria notizia : Turismo


Pubblichiamo un bellissimo articolo che testimonia le bellezze della Romagna, come più volte detto, non costituita solo dalle grandi e accoglienti spiagge e dal "divertimentificio" della Riviera con i suoi numerossisimi locali aperti fino a notte tarda. La Romagna è fatta di uno spaccato di storia e cultura che non riesce ad emergere, sovrastata e oscurata dall'immagine "luogo comune" che Rimini e dintorni si sono cucite addosso da molti anni a sta parte. L'intento di Riminibeach in questa sede e dare spazio "al sommerso" culturale, e questo articolo di Alfredo Monterumisi ne è un bellissimo esempio.

Nel mondo la rete più famosa è rappresentata dai Castelli della Loira, ed è diventata un'importante meta turistica. Tale fenomeno ha modificato una parte del paesaggio, la modalità di occupazione e anche l'economia del territorio. Fu uno studioso francese che individuò tale metodo di lavoro, quando iniziò ad interessarsi dell'incastellamento in Europa. Negli anni settanta pubblicò un approfondito studio sul tema.
In Romagna la fondazione dei castelli avvenne in ritardo rispetto ad altre zone. Questo perchè risentì dell'influenza della romanità, a differenza dell'area Padana che fu condizionata dalle culture straniere del Nord, le quali portarono le loro innovazioni economiche e sociali. In Romagna i castelli iniziarono ad essere costruiti fra il X e il XII secolo, un periodo che gli studiosi definiscono "classico". I castelli, le rocche, le fortezze, la cinta muraria, rappresentano un grande valore storico e sono la testimonianza di opere eseguite da grandi architetti. I castelli costituiscono un patrimonio che potrebbe servire come attrazione turistica e anche sotto l'aspetto ludico.
Durante la visita ad un castello, spesso vengono ricordati personaggi che si sono resi protagonisti di vicende storiche. Queste opere rappresentano anche un segno identitario sociale e culturale. Una valida operazione turistica sarebbe quella di servirsi di un tema storico che consenta di mettere in evidenza le peculiarità e di comunicare gli aspetti unici di un territorio. Le-provincia di Rimini ha adottato la storia dei Malatesta. Le rocche malatestiane esprimono un carattere particolare; ciò è dovuto alle torri poligonali e agli elemen-
ti a puntone, un sistema bellico e architettonico antichissimo adottato in altre parti d'Italia.
Le fortificazioni malatestiane nei secoli hanno subito modifiche, le più evidenti sono avvenute dopo la sconfitta di Sigismondo Pandolfo nèl 1461 ad opera di Federico d'Urbino. In quel periodo di transizione, le fortificazioni sono state rimaneggiate, a differenza di quelle esistenti in altre zone. Nel territorio riminese esistono anche fortificazioni minori molto interessanti, databili fra il XIII e il XV secolo.

La storico Oreste Deluca ne ha censite circa cinquanta. Vengono chiamate "tombe", sono fattorie medioevali fortificate, le cui funzioni erano puramente fondiarie legate ai vari appezzamenti di terreno coltivato. Sono state costruite prevalentemente sulle alture naturali come quella di Poggio Berni, conosciuta come il Palazzo Marcosanti, ribattezzato da Tonino Guerra "Il Palazzo dei Matrimoni". La cosa che attrae maggiormente in un castello, oltre l'aspetto architettonico, è quello Iudica, con cui si raccontano divertenti leggende come quella su Azzurrina nel castello di Montebello, oppure quella adottata nel castello di Gradara su Paolo e Francesca.
Nelle rocche e nei castelli ci sono luoghi che si prestano per citare aneddoti o per raccontare leggende curiose gradite ai visitatori. Tali racconti servono anche per trasmettere notizie 'storiche, le quali consentono di apprendere la storia, divertendo. Un altro esempio è la rocca di San Leo, un capolavoro dell'ingegneria militare. La sua storia è legata al Montefeltro e alla Val Marecchia sin dall'epoca romana. Nel periodo della Stato Pontificio fu degradata all'ingloriosa funzione di carcere duro. Nelle celle, ricavate nel castello languirono centinaia di rivoluzionari romagnoli. Il recluso più famoso fu Giuseppe Balsamo, conosciuto come Conte di Cagliostro. Venne imprigionato dalle guardie pontificie perchè accusato di far parte di una setta massonica. Era un personaggio inquietante, un alchimista, che cessò la propria esistenza in una angusta e umida cella da cui si accedeva calandosi dall'alto, e che prendeva la luce da una piccolissima finestra. La sua morte sopraggiunse nell'agosto del 1795, dopo quattro anni di terribili sofferenze

foto by http://www.flickr.com/photos/anguskirk/