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Eva Henger: psicoanalisi da set Intervista con l'attrice sul set a Imola del film "Guardando le stelle"

Notizia pubblicata il 13 marzo 2008



Categoria notizia : Spettacoli


IL REGISTA, Stefano Calvagna, che la conosce, e bene, da almeno sette-otto anni, gliel'ha suggerito anche durante il provino. «Non badare troppo alle cose scritte, basati sulla tua esperienza»

Perchè Eva Henger, nel cast di Guardando le stelle, il cui set é aperto da alcuni giorni a Imola, interpreta proprio una delle partecipanti al gruppo di auto-aiuto che s'impegna per combattere le crisi di panico e d'ansia di cui sono afflitti i protagonisti. E con lei, intorno ai primattori Brunella De Nardo e Calvagna stesso, anche il compagno Massimiliano Caroletti e la figlia Mercedes che ad agosto compirà  diciassette anni.

Quasi un film formato famiglia...

«Tra l'altro il regista é stato anche il cupido involontario del nostro incontro sul set di Nemici per la pelle. Stefano infatti venne sul set perchè mi voleva per un corto e lo accompagnava Massimiliano che l'avrebbe prodotto. In questo film invece Massimiliano fa solo l'attore e fa parte anche lui del gruppo di auto-aiuto, come del resto Mercedes che é la figlia di un'altra malata che non riesce più a uscire per colpa di queste crisi».
Quindi il mestiere si propaga anche alle nuove generazioni..

«Mercedes ha già  fatto tante cose: ha lavorato con Martin Scorsese, con Jerry Calà , ha fatto mille comparsate. Per ora é un hobby. Le manca un anno per diplomarsi e nella sua scuola che é un misto tra liceo classico e artistico ha potuto scegliere materie come arte, recitazione, dizione. All'inizio ero contraria e volevo facesse la veterinaria ma lei si é iscritta a recitazione senza dirmelo. Quello dello spettacolo é un mondo difficile dove tanti bravi attori restano a vita nascosti dentro un teatro. Magari qualcuno si accontenta per amore dell'arte. Comunque lei é molto brava, ha grande talento e memoria e spero sarà  felice».

Che tipo di mamma é? «Abbastanza ragionevole, sono giocherellona ma non amica, e severa quando serve. Al momento posso dire di aver fatto un buon lavoro: sono cresciuti sereni, responsabili, equilibrati».
Nel film, c'é dunque anche una buona parte di autobiografia...
«In effetti conosco la patologia. E' una delle più diffuse tra gli artisti. E' una forma di depressione che mi si é manifestata all'improvviso una decina d'anni fa e tuttora m'impedisce di bere caffé e coca cola perchè hanno il potere di scatenarmi altre crisi. All'epoca lavoravo di notte nei locali e quando uscivo per prendere una boccata d'aria ritrovavo le stesse tenebre.

Così di giorno, quando c'era la luce, non riuscivo più a uscire. Fortunatamente sono una donna forte e decisa che non si abbandona mai e cerca sempre di guidare la propria vita. Però dopo l'episodio dello scorso 3 settembre quando siamo rimasti in balia di malviventi nella nostra casa con una pistola puntata alla tempia per un'ora e mezza, il problema mi si é ripresentato: mi sveglio sei volte per notte, ho grande agitazione, svengo improvvisamente, ma sto combattendo per riemergere. Magari il film mi serve anche come seduta psicanalitica per rimuovere questo blocco».

La sofferenza é molto presente nella sua vita?
«In ogni persona albergano sofferenze, dispiaceri, causate da amici, parenti, sedimentati nell'infanzia o in età  adulta. Però posseggo una grande forza di volontà  che mi viene dai figli. Per loro devo essere un esempio, devo essere allegra, ottimista per indirizzarli a una vita di gioie. Cadere in depressione é un lusso che non mi posso permettere e avere persone intorno che mi amano mi aiuta a non farlo»

Ultimamente si é dedicata di più al cinema. Per scelta o per forza la tv é stata messa un po' in disparte?

«Tv e cinema hanno entrambe un fascino anche se diverso. La tv é una specie di teatro dal vivo con una buona dose d'improvvisazione. Il cinema invece ti offre tempi più lenti, puoi tornare indietro, ripetere le scene. Per il cinema ho appena finito di girare il seguito Torno a vivere da solo con Jerry Calà  e mia figlia poi c'é in progetto un altro film con il mio compagno e anche un programma comico per la tv ma non c'é ancora nulla di definito».

Quanto pesa il suo passato e lei che ricordi ne conserva?
«Non mi dà  alcun fastidio anche perchè non mi chiamano più per un certo tipo di provini. Non devo selezionare le offerte, segno che la gente sa perfettamente che da dieci anni ho cambiato mestiere. Quanto a me, grazie a Dio, ho una memoria selettiva che dimentica le cose brutte e trattiene solo quelle belle. E' una forma di autodifesa anche quella».
Quali traguardi professionali si prefigge?
«Altri cinque o sei film per il cinema, poi vedremo. Sono abbastanza contenta e mi ritengo fortunata con la C maiuscola. E comunque non sono insaziabile di successo».

(foto by http://www.flickr.com/photos/giando)