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Nando Fabbri presenta il suo decalogo

Notizia pubblicata il 25 ottobre 2010



Categoria notizia : Fatti Curiosi


La sfida per conquistare Palazzo Garampi è a pieno regime, Nando Fabbri ha presentato il suo programma lungo ben 38 pagine per vincere le primarie del Pd ed avere la meglio su Tiziano Arlotti ed Andra Gnassi.

Il decalogo è intitolato “Tasti da pigiare per la musica dell’innovazione”, cinque progetti sono rivolti al sociale e cinque alla città. Secondo Fabbri, Rimini va rimessa in moto perché al momento è come confusa o bloccata e poi parlando del suo programma dichiara: “Non è una lista della spesa. Rappresentano un’idea di governo. Temi cruciali che Rimini dovrà affrontare nei prossimi anni”.

Fra i 5 punti sociali si trovano: la coesione sociale e sviluppo (il documento della Camera di Commercio è stato aprezzato); il walfare per aiutare le famiglie; l’integrazione visto che secondo le stime, nel 2020 saremo circa 160mila e oggi gli stranieri sono l’11%, una città sempre più multietnica; il quarto punto si basa sulla trasparenza, onestà e partecipazione e l’ultimo riguarda la sicurezza nei quartieri durante i grandi eventi.

Gli altri cinque punti prendono in considerazione la mobilità: che è al primo posto tra le preoccupazioni dei cittadini, far partire i lavori della nuova Statale 16 (almeno i tratti nord e sud) e la rimodulazione del Trc con una corsia dinamica vicina alla ferrovia al traffico privato; il secondo punto riguarda il turismo, sarà proposto un parco storico culturale per collegare l’Arco, la biblioteca, il ponte di Tiberio, il teatro, la domus, la Rocca, il duomo e l’anfiteatro. Secondo Fabbri il mercato di piazza Tre Martiri dovrebbe traslocare e poi lancia una frecciatina e dichiara: “L’assessore regionale è di Rimini, lo apprezzo. Ma si deve partire dalla centralità riminese, non dal prosciutto di Parma o dalle Ferrari”; terzo punto ‘ambiente e territorio’, secondo Fabbri il Psc e il Piano strategico devono diventare concreti; quarto formazione scolastica e università; quinto ed ultimo punto la cultura “come fattore di sviluppo”.