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Archeologia Cesena

Notizia pubblicata il 03 febbraio 2007


Archeologia Cesena: Niente soldi, perla storica riseppellita. Il progetto in questione prevedeva o il mantenimento del sito, che consta nella ripulitura da erbacce ed altro, o il restauro, operazione ancora più costosa della precedente o l'ampliamento della superficie di scavo, per capire cosa si nasconda ancora sotto terra.

CESENA: ARCHEOLOGIA TRASCURATA

Quest'ultima opzione era quella auspicata dall'associazione "Terre centuriate" di Cesena, che fin dalla scoperta delle fornaci si è sempre interessata la loro destino. «Noi come associazione - racconta il presidente Giancarlo Brighi, abbiamo fatto nei mesi scorsi una serie di manifestazioni pubbliche, in collaborazione col Comune e col Quartiere, per trovare finanziatori locali interessati al recupero del sito, ma non ne abbiamo trovati. Quello che a noi è sempre stato a cuore come storici era poter ampliare lo scavo per capire cosa c'è oltre alle fornaci, in modo da fare un progetto più ampio sull'area. Per questo avevamo chiesto dei preventivi sui costi da sostenere, sempre nel rispetto della proprietà privata. Abbiamo portato a Ronta migliaia di persone e studenti. Ma è mancato l'interesse proprio di chi ha le disponibilità finanziarie per fare questi interventi. Altro non possiamo fare».Già prima delle feste natalizie la decisione della Soprintendenza era stata comunicata all'amministrazione comunale, che ne ha dovuto prendere atto anche se rammaricata. «Sapevamo che c'era un problema legato alla conservazione del sito - dice il sindaco Giordano Conti - ed avevamo chiesto che lo Stato si facesse carico di questo onere, ma la risposta della Maioli è stata che non c'erano soldi a disposizione. Il Comune non può fare altro che prendere atto della situazione, anche se ci dispiace. Sappiamo che si tratta di una cifra consistente, ma credo che la Soprintendenza qualche finanziamento potrebbe tirarlo fuori. Del resto l'intero intervento è stato fatto a carico del Cer. Noi come amministrazione comunale per gli scavi archeologici in un anno spendiamo quello che la Soprintendenza spende in 20 anni ed in ogni luogo in cui interveniamo si trovano testimonianze del passato».Rammaricato si dice anche Enrico Santini, presidente del Cer. «La nostra missione - afferma - è quella di portare avanti i lavori del canale e per la prima volta a Ronta ne avevamo deviato il percorso proprio per la splendida scoperta. Non era mai successo. Noi purtroppo non possiamo intervenire con finanziamenti, perché se anche avessimo a disposizione mille euro non li potremmo investire nella conservazione, dato che non rientra nelle nostre competenze. Dispiace perché, se una scoperta così fosse stata fatta in un altro paese, lo Stato avrebbe messo a disposizione fondi per recuperarla e farne un parco archeologico, con scopi anche turistici». (fonte CorriereRomagna)