
Emergenza Pesca, le reti sono vuote
Notizia pubblicata il 12 ottobre 2010
Categoria notizia : Fatti Curiosi
Le triglie e i pesci di stagione sono sempre più rari, la situazione è grave come quella degli anni 80. Nelle reti dei pescatori solo fango e detriti. La causa? Nell’Adriatico giungono ingenti masse di acqua dolce provenienti dalle piene tardive del Po, questo fenomeno favorisce la proliferazione di alghe che portano ad una carenza di ossigeno.
Il vento di scirocco e le condizioni meteo hanno impedito scambi tra fondo e acqua di superficie. Il biologo Attilio Rinaldi, presidente del centro ricerche marine, ha dichiarato: “Permane l’ipossia al largo e questo rende il mare meno pescoso, non perché il pesce è morto, bensì per il fatto che la carenza di ossigeno impedisce la vita e la proliferazione di quegli organismi di cui il pesce si nutre. Accade così che il pesce di stagione, come ad esempio le triglie, si sposta e i nostri marinai restano a ‘reti asciutte’. Sotto costa non si sono verificati casi di ipossia, ad eccezione della zona della Sacca di Goro e del Ferrarese”.
Alla domanda se esistono rimedi il biologo ha spiegato che nonostante non si possono modificare gli aspetti naturali meteo climatici quello che l’uomo può e deve fare e l’imitare l’apporto eccessivo di nutrienti in Adriatico, perfezionando le strategie di lotta contro l’eutrofizzazione. Rinaldi aggiunge i dettagli: “Le piogge dilavano i terreni agricoli e portano a mare tonnellate di azoto, che causano eutrofia, proliferazioni di alghe e meno ossigeno. Contestualmente giungono anche ingenti quantità di fosforo, che derivano invece principalmente dalle attività dell’uomo. Il fiume Po è la grande autostrada che porta tutto ciò nell’alto e medio Adriatico”.
Questa situazione è circoscritta all’alto Adriatico, perché a sud non ci sono problemi ma stà diventando un problema internazionale visto che anche i ricercatori della Croazia hanno avvertito lo stesso probelma nel loro mare.