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Descrizione dell'Evento

(Legge n. 92 del 30 marzo 2004) Il Parlamento italiano riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del Ricordo” in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale. Lunedì 8 febbraio 2010 alle ore 16, Cineteca Comunale: LA VIOLENZA SUL CONFINE ORIENTALE ITALIANO: IL PROBLEMA DELLE FOIBE. Ore 21: LA TRAGEDIA DELL’ESODO: UNA VICENDA STORICA POCO CONOSCIUTA

Lunedì 8 febbraio 2010 > ore 16, Cineteca Comunale
LA VIOLENZA SUL CONFINE ORIENTALE ITALIANO: IL PROBLEMA DELLE FOIBE
Incontro di aggiornamento per insegnanti
a cura dell’Istituto Storico di Rimini
Prof. Raoul Pupo, Università di Trieste
Nella memoria italiana le stragi delle foibe sono diventate il simbolo di una violenza cieca e barbarica, specifica delle aree situate al confine orientale e intessuta prevalentemente di motivazioni nazionaliste. Senza nulla togliere alla drammaticità dei fatti, le ricerche più recenti hanno ricostruito con maggior precisione i criteri ispiratori e i metodi di quelle stragi, ricostruendo la catena degli ordini e le ragioni politiche della repressione.
Le foibe sono diventate quindi uno snodo per comprendere parallelismi ma anche differenze sostanziali fra le logiche della resistenza italiana e di quella jugoslava, per esplorare i rapporti fra conflitti nazionali, guerre di
liberazione e lotta di classe, per misurare l’eredità di sangue lasciata dal fascismo e per comprendere il ruolo strategico svolto dalle violenze di massa nella costruzione del regime comunista jugoslavo.
Lunedì 8 Febbraio > ore 21, Cineteca Comunale
LA TRAGEDIA DELL’ESODO: UNA VICENDA STORICA POCO CONOSCIUTA
Conferenza di Raoul Pupo
Nel corso dell’incontro verranno proiettati e commentati
spezzoni del film documentario “Gli italiani sbagliati” di
Diego Cenetiempo (Italia-Croazia-Slovenia, 2009).
Introduzione a cura di Antonio Mazzoni, presidente Istituto
Storico di Rimini
A partire dall’8 settembre 1943, nelle terre che costituivano i confini orientali d’Italia - la Venezia Giulia e la Dalmazia - si consumò una duplice tragedia. I partigiani jugoslavi di Tito instaurarono un regime di terrore che provocò fra gli italiani migliaia di vittime, le cui spoglie furono in parte gettate nelle cavità carsiche chiamate foibe. Il trattato di Parigi del 1947 ratificò poi il passaggio di Istria e Dalmazia alla Jugoslavia, scatenando l’esodo del novanta per cento della popolazione italiana (in tutto gli esuli furono più di 300.000), che abbandonò la casa e gli averi e cercò rifugio in Italia o emigrò oltreoceano. Attraverso la presentazione delle dinamiche dell’esclusione, delle direttrici seguite dagli esuli e dei sofferti processi d’integrazione, la conferenza intende promuovere una migliore conoscenza storica dell’esodo, rivisitando momenti del passato che si pongono ancora oggi con tutta la loro attualità, nella prospettiva essenziale di una compiuta unione europea.
Ma la tragedia dell’esodo non è solo un evento storico che appartiene alla storia del nostro Paese, è anche la memoria sofferente di coloro che hanno patito tali vicende, memoria da tener viva e da tramandare alle giovani generazioni. Per dar voce anche ai testimoni e ai famigliari delle vittime di tale evento, interverrà all’incontro Axel Famiglini, delegato provinciale della ANVGD di Forlì- Cesena (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia).

Raoul Pupo insegna storia contemporanea all’Università di Trieste. È stato uno dei promotori, dalla fine degli anni Ottanta, del rinnovamento degli studi storici che hanno sollevato il velo sulla tragedia delle foibe
e dell’Esodo. Tra i numerosi saggi da lui pubblicati si ricordano Guerra e dopoguerra al confine orientale d’Italia (Del Bianco, 1999), Foibe (con Roberto Spazzali, Bruno Mondadori, 2003), Il lungo esodo. Istria: le persecuzioni, le foibe, l’esilio (Rizzoli, 2005) e Il confine scomparso. Saggi sulla storia dell’Adriatico orientale nel Novecento, (IRSML 2007) insieme a Guido CRAINZ e Silvia SALVATICI, ha curato il volume, Naufraghi
della pace, Il 1945, i profughi e le memorie divise d’Europa.

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