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Descrizione dell'Evento

Seconda edizione del festival dedicato alla cultura giapponese che comprende conferenze, mostre, appuntamenti gastronomici, laboratori, concerti dedicati al ricco e affascinante universo nipponico.

Inoltre tre mesi di attività si potranno incontrare esperti, godere delle forme e dei colori creati da artisti giapponesi, assaporare il gusto e la raffinatezza di cibi e bevande in arrivo dal Sol Levante, ascoltare suoni lontani e immergersi nel ricco e affascinate universo culturale nipponico

Cucina giapponese: la forma del gusto 19 ottobre - 2 dicembre

19 ottobre - 2 dicembre

Ristorante NeoClassico, presso Royal Hotel Carlton, v. Montebello, 8 - Bologna
Parlare di cucina giapponese, ma anche gustarne la squisita bontà, significa attraversare continuamente il confine tra gastronomia ed estetica con la sensazione di non poter mai, con assoluta certezza, dire di aver individuato quello stesso confine.
Accostarsi ad un piatto di questa alta cultura gastronomica è un'esperienza totale in cui i sensi, tutti simultaneamente sollecitati, riescono ad appagare ben più del semplice appetito.
Nipponica 2006 rinnova la sua attenzione all'arte culinaria del Sol Levante ospitando l'esperta Graziana Canova Tura, che presenterà il suo ultimo libro Il Giappone in cucina (Ponte alle Grazie, 2006) e proponendo nei raffinati ed accoglienti spazi del ristorante NeoClassico di Bologna quattro serate di dimostrazione e degustazione di piatti giapponesi opera dello chef  Katsumi Soga.

 

I sentieri della tradizione

9 novembre-14 dicembre  

Ciclo di conferenze

presso Aula magna di S. Cristina,  Università di Bologna

 

Il rapporto tra tradizione e contemporaneità ben si presta a fornire un affaccio significativo sul ricco e complesso universo culturale nipponico.

Il ciclo di conferenze è volto a tracciare un percorso attraverso alcuni esempi  che mostrino modelli di continuità o frattura tra passato e presente in seno a varie discipline artistiche o ai valori fondativi di una civiltà.

 

 

9 novembre ore 19

I mandala del Grembo e del Diamante: due esempi sfolgoranti di fusione di tradizione e maestria nella teoria e nella pratica meditativa del Buddhismo shingon

conferenza di Grazia Marchianò

Nella tradizione del Buddhismo esoterico giapponese, i mandala o diagrammi cosmici posti sulla parete che fronteggia l'altare del tempio, sono un attrezzo indispensabile alla meditazione attiva del praticante, accanto alla recitazione dei versetti, al canto modellato su precise intonazioni e ai gesti rituali delle mani.

Una volta apprestato secondo le regole canoniche e memorizzato nelle figure che lo compongono, il diagramma entra in un contatto vibrante e arcano col corpo e la mente del meditante, penetra nella sua coscienza svuotandola di ogni altro contenuto e rendendola specchio del processo cosmico che il mandala, nella sua trama di forme e figure,rappresenta.

La relazione illustrata si basa sull'apprendimento diretto dell'impiego dei due mandala nei riti mattutini  del tempio Mury?k? a Koyasan.

Aula magna di S. Cristina,  p.zza G. Morandi, 2 - Bologna

 

10 novembre ore 11.00

Filosofia perenne e intelletto d'amore: omaggio a Elémire Zolla

intervento di apertura di Giuseppe Sassatelli

interverranno inoltre Giovanni Azzaroni, Flavio Cuniberto, Giorgio Renato Franci, Carlo Gentili, Grazia Marchianò

?Sembra un concettino la mente naturale, ma, ad approfondirne i sensi, zampillano prospettive inimmaginabili? mente naturale sarebbe quella giunta alla suprema perfezione, annegata nella natura che è l'eterno presente? (Elémire Zolla).

A quattro anni dalla scomparsa e nell'ottantesimo dalla nascita è sembrato doveroso, oltre che profondamente motivato, dedicare un omaggio ad un riconosciuto maestro, un conoscitore di segreti ? come lo ha definito nella omonima e recentissima biografia intellettuale Grazia Marchianò ? che ha guidato lo sguardo di molti verso gli orienti del pensiero.
Sala Roveri, Facoltà di Lettere e Filosofia, v. Zamboni, 38 - Bologna

 

23 novembre ore 19

Comunione lirica: la poesia classica nella società Heian

conferenza di Ikuko Sagiyama

La funzione della poesia classica (waka) come codice linguistico è basata sulla dimensione collettiva, su cui essa esercita la facoltà di trasferire la realtà in una sfera immaginativa. Questa funzione, che rende possibile una comunione altrimenti impossibile, si manifesta particolarmente   nelle opere letterarie in cui anche il fallimento della decodificazione agisce ai fini narrativi, confermando l'insostituibilità di tale apparato linguistico. Tale facoltà della koinè poetica, tuttavia, viene meno col disfacimento della base collettiva, rinnegata nel periodo moderno a nome dei valori individuali.
Aula magna di S. Cristina,  p.zza G. Morandi, 2 - Bologna

 

27 novembre ore 19

Tenn? e valori tradizionali nel Giappone contemporanea

conferenza di Giancarlo Giovanelli

Il primo maggio 1946 l'Imperatore Hirohito, il Figlio del Sole, rinunciò in un famoso messaggio radiofonico alla discendenza dalla ininterrotta linea divina che lo collegava alla dea del sole Amaterasu. Quali le principali conseguenze di una simile abiura? La conferenza getterà uno sguardo alla figura del Tenn? (imperatore) vista all'interno della società giapponese con particolare riferimento ai suoi ?valori tradizionali?.
Aula magna di S. Cristina,  p.zza G. Morandi, 2 - Bologna

 

7 dicembre ore 19

Tra Oriente e Occidente. Forme estetiche ed immagini nel Giappone contemporaneo

conferenza di Marcello Ghilardi

La conferenza si propone come una breve introduzione ai paradigmi in continua evoluzione e mutazione dell'immaginario giovanile nel Giappone odierno. In particolare verranno tratti spunti da alcune forme narrative ed estetiche di grande diffusione, come fumetti, cartoni animati, romanzi o film, che illustrano in modo efficace gli intrecci e le contaminazioni presenti in molte figure dell'attuale immaginario nipponico.
Aula magna di S. Cristina,  p.zza G. Morandi, 2 - Bologna

 

14 dicembre ore 19

Una tradizione artistica secolare: la scuola Kan?

conferenza di Giovanni Peternolli

Attiva fra il XVI e il XIX secolo la scuola Kan? è probabilmente la più longeva della storia dell'arte mondiale. Verrà presentato il contesto politico, economico e sociale al cui interno si è sviluppata questa scuola e si analizzerà l'opera dei suoi principali artisti, fra i più significativi del Giappone.
Aula magna di S. Cristina,  p.zza G. Morandi, 2 - Bologna

 

Origami. L'armonia prende forma

12 novembre 2006 ore 16.30

Laboratorio pratico

Sala Falcone e Borsellino, Quartiere Reno  via Battindarno, 123 - Bologna

in collaborazione con Quartiere Reno nell'ambito di Bimbinsieme

Il progetto, dedicato ai bambini, prevede un laboratorio per familiarizzare con il pianeta Giappone attraverso l'arte del piegare la carta. La parola origami viene comunemente usata per definire una tecnica manuale che permette di realizzare figure e forme di ogni tipo mediante la piegatura di uno o più fogli di tale materiale. La gioia nel realizzare un origami risiede nella danza delle mani  che lavorano per creare una figura.

Non esiste forma, colta dalla realtà o astratta, che non possa essere riprodotta nelle linee essenziali e immediate di un origami, e con un piccolo impegno si può acquisire la capacità minima per creare origami semplici e dare immediatamente avvio alla creatività, al gioco e al divertimento.

L'origami, che può essere vissuto e goduto come momento ludico, è inoltre un'arte antica e raffinatissima connessa ai miti a alle credenze religiose del Giappone. All'interno di alcuni origami fatti di strisce di carta bianca piegate a zig-zag usati per rappresentare la presenza della divinità all'interno dei recinti sacri dei templi Shintoisti, monaci e fedeli scrivono brevi preghiere: profonda è la fiducia riposta nel vento che, agitandoli, porta le parole alle orecchie degli dei. La carta, con il suo candore simbolo della purezza, è considerata il mezzo perfetto per comunicare con gli esseri divini.

La giornata è aperta a tutti i bambini, ma anche gli adulti, sicuramente, troveranno carta per le proprie mani!

 

L'attenzione per l'essenziale: la cerimonia del tè

18 novembre

cerimonia del tè e laboratorio

 

Il tè affonda le proprie radici in un passato antichissimo. Le prime leggende lo collegano ad un imperatore cinese vissuto all'incirca nel 2700 a.C.
Tra i racconti più interessanti che maggiormente mantengono un rapporto profondo con il senso che ancora oggi ha il tè è quello legato alla figura del monaco buddhista Bodhi Dharma. Si racconta che durante una lunghissima sessione di meditazione il monaco abbia ceduto ai richiami del sonno e al proprio risveglio provò nei propri confronti una tale collera da giungere a tagliarsi entrambe le palpebre. Queste, cadendo a terra, diedero vita ai primi germogli della pianta del tè.

Giunto in Giappone all'inizio del IX secolo il tè si diffuse rapidamente conquistando un enorme successo, tanto che le cronache riportano le iscrizioni di concorsi in cui si misurava l'abilità dei partecipanti nel riconoscere la provenienza e la qualità dei tè.

Da ormai 500 anni la cerimonia del tè, in giapponese cha no yu, si tramanda nella forma in cui il suo primo ideatore, Sen no Riky?, la definì: un momento di pacata e raffinata bellezza, di condivisione profonda tra i partecipanti in cui l'atto di preparare, offrire e ricevere il tè si trasfigura in un atto di contemplazione e consonanza con il sé e con il cosmo.

La maestra Yoko Shimada è esponente della più antica e importante scuola di cerimonia del tè discendente da Sen no Riky?, la Omotesenke, giunta con il capofamiglia Jimyosai Sosho alla XIV generazione.

Lo stile Omotesenke è semplice e razionale e lo scopo del padrone di cerimonia, colui che predispone la bevanda, è di preparare la tazza di tè miglior della sua vita come fosse, ogni volta, l'unica occasione offertagli per  farlo. Gli ospiti rispondono con la medesima attenzione e cura e gustano appieno quanto a loro offerto a testimonianza del reciproco affetto e rispetto.

Ogni movimento nella cerimonia è molto preciso e risponde ad una funzione specifica:  gesti secolari, parole codificate, ringraziamenti, attenzione per l'utilizzo degli utensili e cura per l'ospite. Tutto ciò non significa che sia una cerimonia rigida e silenziosa: il suo fine è rilassare ed intrattenere piacevolmente e la forza espressiva e la bellezza dei gesti e degli oggetti sono ispiratori di tranquillità e armonia.

 

Japan Italy Meeting

22 novembre

Simposio su economia, tecnologia,  turismo e cultura tra Italia e Giappone

Sala Giorgio Prodi, p.zza S. Giovanni in Monte, 2 - Bologna

Come sviluppo ai due giorni di convegno che nel 2005 hanno riunito rappresentanti delle istituzioni locali, nazionali e giapponesi, e rappresentanti delle imprese dei settori turistici e produttivi, anche per il 2006 si prevede un appuntamento analogo.

L'idea di ospitare all'interno di un festival di cultura giapponese un appuntamento come Japan Italy Meeting nasce dalla convinzione che esista uno stretto legame tra il successo economico di un paese e il suo specifico culturale. Conoscere meglio l'altro nella complessità e unicità che lo caratterizzano, riconoscerne e rispettarne i valori costitutivi, appare oggi sempre più necessario per sostenere proficui rapporti commerciali.

Le nuove prospettive di crescita e la maggiore integrazione dei sistemi Italia e Giappone si inquadrano nella strategia da adottare per acquisire competitività nei confronti dei mercati emergenti nello scenario mondiale. L'ampliamento delle attuali quote di mercato del made in Italy in Giappone e del made in Japan in Italia rappresenterebbe, visti gli elevati standar qualitativi e tecnologici di entrambi, un forte sostegno delle prospettive comuni di crescita.

In un simile contesto anche il settore turistico, con la sua capacità di porre in relazione e favorire l'esperienza diretta dell'altro unitamente all'esaltazione delle caratteristiche peculiari del proprio sistema-paese, può giocare un ruolo determinante. La conoscenza crea desiderio di ulteriore conoscenza e l'attenzione ai prodotti che incarnano l'essenza della way of life della cultura guardata con ammirazione divengono oggetto di attenzione e grande appetibilità.

L'interesse reciproco tra Giappone e Italia, peraltro facilmente riscontrabile, può essere espresso nelle rotonde cifre del Padiglione Italia all'Expo Universale di Aichi 2005: oltre 3.500.000 visitatori, per la maggior parte giapponesi, in soli sei mesi di apertura al pubblico.

Il 2006, poi, vedrà l'inaugurazione a Tokyo di Comune Shiodome, 55.000 metri di città trasformati in quartiere italiano in cui architetture ed esercizi commerciali traggono ispirazione dal Bel Paese. Tra marzo e giugno 2007, infine, il progetto Primavera Italiana meglio focalizzerà e valorizzerà, sempre nella capitale nipponica, l'immagine dell'Italia.

Japan Italy Meeting si propone, quindi, come occasione di dialogo, conoscenza e possibile condivisione di prospettive e azioni concrete in accordo con la necessità di rendere sempre più frequenti simili momenti di incontro. Interverranno tra gli altri: Ambasciata e Consolato del Giappone, JETRO, ICE di Tokyo, Comune Shiodome, Japan Foundation, Fondazione Italia Giappone, Università di Bologna, Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, SPRINT Emilia Romagna.

 

ore 9.30-13 e 14.30-18

ingresso libero

Luogo dell'Evento e gli Hotel nei dintorni