Agriturismo Mulino della Ricavata Urbania

Nel XII secolo i frati becchiniani, scalzi e vestiti di pelle di montone, attraversavano in barca il fiume Metauro per venire al mulino a macinare il loro grano. Non si chiamava Mulino della Ricavata, ma forse già qualcuno aveva trovato delle pagliuzze d'oro nel fiume. A metà del '400, quando Federico da Montefeltro iniziò la costruzione del Barco, il nome era " Mulino di Orcavati" e così anche nei secoli successivi durante i quali i Duchi di Urbino risa1ivano in barca il fiume dal Palazzo Ducale al Barco, residenza di caccia.

Di sicuro il suo nome era " Mulino di Arcavata" nel 1861, quando Terenzio Grossi e la sua banda di briganti lo assaltarono. Si chiama "Mulino della Ricavata", ha smesso di macinare, é diventato un agriturismo , un luogo dove riposare e ristorarsi.Racconta Anna: "Il mulino mi attirava già da piccola. L'edificio era chiuso e abbandonato ma il fiume, la valle, erano magici...

Quando sono andata a visitarlo, me ne sono innamorata: la grotta, le macine di pietra, i vecchi attrezzi... ho deciso che sarei vissuta lì e lì avrei lavorato i miei fiori per composizioni decorative." Il mulino é stato recuperato con grande cura. Oggi é diventato un agriturismo molto speciale, dove Anna arricchisce i piatti della tradizione con l'uso di fiori ed erbe spontanee oltre ai prodotti biologici locali. Inoltre, su un'ampia area di macchia demaniale sta realizzando un progetto di recupero della biodiversità vegetale.

Rivivere un luogo, con la sua storia, i suoi frutti, i suoi fiori e le sue erbe, ci offre un dono supplementare: poter godere di tutto questo con la gioia dei sensi e dell'anima.Il corso tipo di cucina , rivolto a gruppi di 6/10 persone, dura una settimana con soggiorno in mezza pensione. Cinque pomeriggi di corso, il resto é tempo libero. Si preparano piatti della cucina classica italiana e specialità marchigiane con un menu di sette portate, diverso ogni giorno, dagli antipasti al dolce, compreso il pane e la pasta fatti in casa.

Ad ogni piatto sono abbinati i vini delle Marche con una spiegazione fatta da un Somelier.Presenza di un interprete per ospiti stranieri. I partecipanti ricevono il libro con le ricette preparate durante il corso.A disposizione degli ospiti ci sono quattro belle camere doppie, una delle quali, mansardata, può ospitare fino a quattro persone; tutte hanno il bagno, ma in una per raggiungerlo occorre uscire dalla stanza e scendere qualche gradino.La ristorazione si effettua solo su prenotazione. Cucina tipica locale di antiche ricette e... fantasia.Menu stagionale con prodotti biologici Pane, pasta e dolci fatti in casa Vengono serviti vini marchigiani.A richiesta si cucinano piatti al tartufo.