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Cesena Malatestiana

Una buona alternativa per chi ama rilassarsi in città potrebbe essere un tuffo nella cultura e nell'arte. Quale migliore occasione se vi trovate nei pressi del centro storico cesenate? Vi si presenta la possibilità di rivivere la magia di luoghi medievali che hanno segnato il corso della nostra storia.

Perciò, in una bella mattinata di sole, dalle 9:00 alle 12:00, prendiamo l'automobile e arriviamo fino a Piazza della Libertà, e la posteggiamo lì per proseguire a piedi, dato che il centro storico non è aperto alla circolazione. Percorriamo corso Garibaldi e corso Mazzini, e alla nostra destra ci ritroveremo prima in Piazza Almerici e poi in Piazza Bufalini, sede della nota Biblioteca Malatestiana.

Fu fondata intorno alla metà del secolo XV, sotto la signoria di Malatesta Domenico Novello, e costituisce gloria e vanto della città di Cesena, conosciuta a livello internazionale per il suo valore umanistico e letterario.

Quando fu inaugurata al pubblico (1452 circa), un autore anonimo scrisse per l'occasione: "essa fu aperta ai vecchi e ai giovani, ai ricchi e ai poveri, ai forestieri e ai locali". Per quest'opera spetta a Malatesta Novello una gloria maggiore rispetto ad un'ipotetica vittoria contro i nemici delle diverse lotte a cui prese parte. Accanto alla biblioteca esisteva allora un'officina libraria che procurava parte dei pregiati codici, ammirabili tutt'oggi nelle stesse condizioni di cinque secoli fa.

Piazza Bufalini, 1
47023 Cesena (FC)
tel 0547 610892
fax 0547 21237
e-mail: malatestiana@sbn.provincia.ra.it

Da Piazza Almerici attraversiamo la strada e imbuchiamo via Zeffirino Re, che scende fino a Piazza del Popolo. Proseguiamo verso destra, continuando per via Jacopo Mazzoni. Verso metà strada, sulla sinistra, ci troviamo davanti all'entrata della famosa Rocca Malatestiana.

La fortezza rappresenta il più importante baluardo di difesa della città, e quella che noi vediamo oggi, non è altro che la terza ricostruzione dell'edificio, dal momento che fu distrutto per 2 volte consecutive; la prima per un'inondazione del fiume Savio, e la seconda dall'esercito dei bretoni guidati dal Cardinale Roberto da Ginevra. La sua costruzione ebbe inizio nel 1380 per iniziativa di Galeotto Malatesta, ma data la sua morte prematura, fu portata a completamento da Domenico Novello nel 1441.

Vale la pena percorrere le scalinate che portano sino in cima: la vista dall'alto è veramente mozzafiato. Troverete anche il Museo di Storia dell'Agricoltura, al cui interno sono custoditi numerosi strumenti di lavoro agricolo e mezzi di trasporto provenienti da tutto il territorio romagnolo e risalenti alla fine dell'Ottocento. I macchinari sono esposti secondo i cicli produttivi (grano, canapa, vite, vino,ecc).

La dinastia dei Malatesta: cenni storici.

Il primo signore di Cesena fu Galeotto Malatesta, proveniente dalla nota famiglia dei Malatesti di Rimini, che si diffusero successivamente in diversi castelli della Romagna. Papa Urbano VII gli consegnò una città quasi distrutta, che sotto il suo dominio vide risorgere un periodo di pace, senza lotte o intrighi. Galeotto apparve ai cittadini come una sorta di salvatore inviato da Dio. E nonostante l'età avanzata, si mise subito all'opera, riuscendo a promuovere grandi iniziative e dedicandosi con amore alla rinascita di Cesena. Per 5 anni non solo lasciò che i cittadini non pagassero le tasse, ma istituì anche premi in denaro per chi giungeva in città e voleva avviare una nuova attività economica, utile al benessere generale. Morì nel 1385, compianto da tutti con grande dolore. Lo succedette Andrea Malatesta, sotto la cui signoria Cesena continuò a vivere un periodo prospero e tranquillo ed estese i suoi confini fino alla zona di Bertinoro, acquistata per 20 mila fiorini. Conquistò anche il territorio di Meldola e di Cervia. Si spense nel 1416, anche lui nel rimpianto generale. Venne il turno prima di Carlo e poi di Pandolfo Malatesta, signori di Rimini, che governarono a Cesena fino a che la signoria non passò nelle mani di Malatesta Domenico, detto Novello. Carlo fece restaurare la rocca e costruire il castello di S.Giorgio (ora demolito); mentre Pandolfo circondò la città con una nuova cinta muraria. Domenico invece regnò da illustre e grande mecenate, e la sua gloria non è dovuta alle imprese di guerra, ma al talento, la generosità e la saggezza. A Cesena resta una delle figure maggiormente apprezzate. Iniziò la sua signoria con opere di pace e di benessere, quali la costruzione della rocca, portata a compimento nel secolo successivo, la ricostruzione della chiesa di S.Domenico,e l'ampliamento dei confini della città. La sua dolce consorte Violante, figlia di Guidantonio da Montefeltro, era la vera fonte di ispirazione del suo operato. Sono merito di donna Violante la costruzione del convento di Santa Maria per i frati dell'Osservanza. Come già detto, il fior fiore del suo dominio è rappresentato dalla costruzione della prestigiosa Biblioteca, una fra le migliori conservate fra le biblioteche umanistico-conventuali, corredata di codici pregiati e numerosi manoscritti di sommo valore storico-letterario. Nel 1462 Domenico Malatesta fu costretto ad impugnare nuovamente le armi, trascinato nella lotta dal fratello Sigismondo, contro Federico di Montefeltro in qualità di legato del Papa. La sconfitta segnò la fine della dinastia, con la cessione dei territori di Cervia e delle Saline al governo di Venezia. Venne stabilito nel trattato di pace che dopo la sua morte, essendo egli privo di prole, i territori dovevano considerarsi proprietà dello Stato Pontificio.

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