
Epifania- Tornano le tradizioni di una volta
Notizia pubblicata il 04 gennaio 2011
Categoria notizia : Fatti Curiosi
L’Epifania si festeggia 12 giorni dopo il Natale, il termine può significare ‘manifestazione’ o ‘apparizione’ in relazione alla Natività di Cristo. In altre culture l’Epifania era dedicata al passaggio dell’anno nel periodo successivo al solstizio invernale. La Befana è entrata nella tradizione Romagnola grazie alla cultura bizantina, come a Ravenna, capitale dell’Esarcato (che comprendeva il nostro territorio).
Durante gli anni le tradizioni hanno subito un lento processo evolutivo. La prima ‘Pasquella’ (Epifania) apparsa sui documenti popolari per iscritto, risale al 1811 sulle costumanze popolari nel Regno Italiaco nei territori tra Rimini, Cesena e Cervia. Questa festa anticipatrice del carnevale era celebrata dai ‘Pasquaroli’: gruppi canta storie che si recavano di casa in casa, cantando in cambio di un bicchiere di vino o una fetta di ciambella. Durante il perido tra il 25 dicembre e il 6 gennaio, nelle case rurali si uccideva il maiale e in alcuni luoghi i ‘Pasquaroli’ chiedevano in cambio salumi, uova e formaggio. Dopo anni di silenzio, questa antica tradizione è tornata nei locali pubblici, bar e teatri. Tra i versi allegri compaiono filastrocche che rievocano la natività e i suoi personaggi.
La Befana, secondo il primo documento scritto nel 1549 nelle rime di Agnolo Firenzuola, era una vecchietta bruttina, vestita di stracci, ma dal cuore buono. Durante la notte dell’Epifania, scende dalla cappa del camino per portare doni ai bambini buoni ed è per questo che si canta ancora la filastrocca: “La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte col cappello alla romana, viva viva la Befana!”. I doni avevano un significato magico, un rito propiziatorio che portava buon auspicio durante l’inizio del ciclo annuale. Si pensava inoltre che durante la notte dell’Epifania, gli animali delle stalle iniziassero a parlare la lingua degli uomini per esprimere il loro parere sui padroni e anche pronosticare la sorte di ogni membro della famiglia. Per evitare cattive previsioni, quel giorno le bestive venivano trattate benissimo e per non sentire gli animali ‘parlanti’, la casa contadina ballava e cantava a ritmo di musica.