
La Carim fa gola alla Banca Marche
Notizia pubblicata il 01 dicembre 2010
Categoria notizia : Fatti Curiosi
Le indiscrezioni volano, il vociferio si fa sempre più alto, i soliti ben informati asseriscono che Banca Marche sia fortemente interessata ad acquistare un pacchetto considerevole di azioni per ricapitalizzare la Carim.
Non è stato ancora scritto nulla sulla carta ma il presidente di Banca Marche, Michele Ambrosini, ha avuto diversi contatti con la banca riminese anche prima che l’istituto di credito entrasse nelle ‘grinfie’ di Bankitalia. La possibile collaborazione era stata già proposta all’allora presidente Alfredo Aureli, per effettuare un riassetto societario, ma la Carim non si sbilanciò. Soltanto un colosso come quello marchigiano, che ha più di 300 sportelli tra Marche, Emilia, Umbria e Abruzzo e un patrimonio netto di 1 miliardo e 222 milioni (alla fine di giugno) potrebbe essere in grado di ‘ricapitalizzare’ la Carim anche se tutto resta sempre una teoria visto che Bankitalia non vede di buon occhio, l’ingresso di grandi gruppi idustriali nella Carim.
Quello che è certo è che la Fondazione si è affidata ad un rinomato studio milanese per cercare partener giusti e risolvere la situazione che è piuttosto complicata, dato che sarà molto difficile per gli imprenditori riminesi versare circa 100 milioni di euro stimati per la ricapitalizzazione della banca. La Carim è stata commissariata anche (principalmente) per i legami con San Marino intrapresi tramite il Credito industriale sammarinese (Cis) che è stato acquistato nel 2005 per 111 milioni. Se la Fondazione deciderà di vendere il Cis ne ricaverà poco più della metà.
Al Titano, il consiglio d’amministrazione del Cis è stato bacchettato più volte dai commissari straordinari delegati da Bakitalia e ha deciso di finire il proprio mandato con quasi due mesi di anticipo, solo Fernando Maria Pelliccioni, l’ex presidente della Carim è l’unico dei membri del cda che non vuole dimettersi anzitempo.