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Ricordando il terremoto del 1672 a Rimini

Notizia pubblicata il 18 ottobre 2010



Categoria notizia : Fatti Curiosi


Un tragedia dalle proporzioni colossali quella che si è consumata il giovedì santo del 1672 quando a Rimini ci furono tre scosse di terremoto improvvise che in pochi minuti hanno disseminato il terrore, distrutto chiese e palazzi e ucciso 100 cittadini.

Questo evento catastrofico fu descritto minuziosamente da ben 5 ‘relazioni’ dettagliate e stampate a tempi di record tra Bologna, Forlì, Firenze e Venezia. Quelle parole sono rimaste nella storia e descrivono una città che in pochi attimi è diventata un accumulo di macerie e le reazioni delle persone che rimangono immutate durante gli anni: terrore, stupore, fuggi fuggi generale in strada e nei luoghi aperti alla ricerca dei superstiti fra le grida e pianti dei famigliari e amici superstiti. Nel piazzale della fortezza e nei prati fuori le mura erano stati allestiti i ricoveri, ma il timore di epidemie e carestie era all’ordine del giorno. Sono arrivati da altre città poliziotti, militari e derrate per impedire episodi di sciacallaggio e per contribuire allo sgombero delle macerie. Un altro fatto di cronaca è un fenomeno al quanto curioso: sarà lo stordimento, la morte sfiorata, la voglia di vivere dopo lo scampato pericolo, la causa non è chiara, ma quello che è certo è che molte dame si sono dimostrate più propense del solito a concedere il loro amore ai riminesi. Esuberanze amorose a parte, la città ha dovuto far fronte a ben 142mila scudi di danni e il Papa Clemente X dispose l’invio immediato di mille scudi che poi diventarono sessantamila, comprese le esenzioni fiscali per sei anni a venire e gli abbuoni ai debitori del Monte di pietà. Il vice legato monsignor Anguisciola, si precipitò a Rimini da Ravenna per aiutare la riqualificazione della Città, furono ripristinate chiese, palazzi e anche il ponte.

Oggi i terremoti registrati nella nostra città sono d’altro tipo, oltre a quello registrato pochi giorni fa ci sono scosse più nascoste come le banche commissariate, il teatro Novelli che diventa condominio e il nuovo Palacongressi, danni molto minimi se paragonati al 1672, nonostante la reputazione della città sia a repentaglio. Bisogna sempre considerare il bicchiere mezzo pieno, potrebbe andare molto peggio!

Fonte: Il Restro del Carlino, articolo di Ferruccio Farina