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Se la Ferrari esiste ancora il merito é di un frate cesenate

Notizia pubblicata il 20 gennaio 2008



Categoria notizia : Fatti Curiosi


LA FERRARI, l'emblema dell'italianità  del mondo, ha rischiato di sparire appena dieci anni dopo la nascita e la benzina nel motore, per superare una crisi esistenziale gravissima, a Enzo Ferrari arrivò proprio da Cesena. La fornì l'abate dell'Abbazia del Monte padre Alberto Clerici da tempo punto di riferimento spirituale nella vita del Drake.

Fu lui infatti a convincerlo a non abbandonare la costruzione di auto da corsa. Tra loro il rapporto era schietto, senza veli, e padre ‘Berto', come veniva chiamato affettuosamente dalla famiglia Ferrari, dell'italiano che in America é conosciuto quasi più di Cristoforo Colombo sapeva tutto, anche i dettagli intimi della vita privata come l'esistenza delle due famiglie. Quella spinta perentoria targata Cesena che contribuì a impedire che Enzo Ferrari trasformasse la sua fabbrica di bolidi in una azienda di elettrodomestici, é riportata nel libro-intervista «Ferrari, mio padre» (Aliberti editore, 18 euro) che il figlio del Drake, Piero Lardi Ferrari, ha scritto insieme a Leo Turrini, inviato del Resto del Carlino, Nazione e Giorno da oltre vent'anni testimone delle imprese delle ‘rosse'.

PROPRIO il giornalista modenese ha raccontato tale fatto con effervescenza e dovizia di particolari venerdì sera al ristorante Casali durante una riunione del Panathlon Club Cesena. Il flash back riporta nel 1957: fu l'unica volta che Enzo Ferrari pensò con convinzione di cambiare mestiere, di farla finita con le auto da corse, di trasferire la propria genialità  e voglia di fare in altri settori. Il 12 maggio 1957 nel Mantovano, durante la Mille Miglia, la Ferrari guidata dal marchese spagnolo De Portago uscì di strada: morirono undici persone, tra queste cinque bambini oltre al pilota e al navigatore.

Enzo Ferrari entrò in una crisi profonda: in particolare non riusciva a superare l'idea che cinque ragazzini avessero perso la vita per assistere a una festa popolare come quella leggendaria corsa e per ammirare le Ferrari: «Proprio così —ha spiegato Leo Turrini— Ferrari era distrutto, inoltre era in atto un linciaggio mediatico nei suoi confronti. Per tutti, soprattutto per la stampa cattolica e la Chiesa, era lui il responsabile di quella strage. C'é chi lo paragonò a Saturno che divora i propri figli. Gli venne addirittura ritirato il passaporto, qualcuno temeva potesse scappare all'estero. Il processo giudiziario lo assolse evidenziando come nell'incidente non ci fossero state responsabilità  del costruttore: per lui però quel peso era insopportabile. Così venne a Cesena e si rivolse a padre Berto; si sfogò, gli espose pure l'intenzione di cambiare attività . Il religioso fu categorico, anzi lo spiazzò: gli ricordò che Dio gli aveva dato un grande dono, quello di saper costruire auto da corsa e per questo avrebbe dovuto continuare. Probabilmente Ferrari voleva sentirsi dire esattamente quelle parole. E Piero Lardi Ferrari si sposò nel 1968 proprio da padre Clerici nella basilica del Monte a Cesena: pranzo di nozze da Casali in tavernetta». l.s.
(photo by jonrawlinson)