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XVI Ville e Castella – Spiritualia 2012

dal 10 giugno al 08 luglio 2012

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Urbino Diverse location Pesaro-  -  Urbino

Descrizione dell'Evento

E’ convocata per giovedì 16 giugno, alle ore 11, al Centro per l’impiego di Fano (via De’ Cuppis 2), una conferenza stampa per presentare la XV edizione di “Ville e Castella – Spiritualia”, Festival dello spirito e delle cose nelle terre della provincia di Pesaro e Urbino che si terrà dal 18 Giugno al 17 Luglio 2011

Spiritualia è promosso dall’amministrazione provinciale (assessorato alle Attività culturali) e realizzato dall’associazione culturale “Villa e Castella” in collaborazione con i Comuni di Barchi, Mondavio, S.Lorenzo in Campo, Peglio, San Costanzo, Carpegna, Apecchio, Fratte Rosa, Isola del Piano.
Interverranno il vice presidente della Provincia e assessore alle Attività culturali Davide Rossi, i direttori artistici della rassegna Nino Finauri, Andrea Belacchi, e Paolo Frigerio e rappresentanti dei Comuni coinvolti nella manifestazione.

Edizione 2012 di “Spiritualia – Ville e Castella”, un’edizione speciale nella quasi ventennale storia di un festival originale e intelligente, sempre teso ad andare oltre il quotidiano, il banale, curioso di “leggere dentro” il senso più vero della vita, anche nel rapporto con la natura, attraverso la musica, la riflessione, la meditazione talvolta, il tutto favorito dalla scelta di luoghi unici del nostro territorio, fatto di borghi storici, castelli, ville, chiese, ma anche di scenari naturali particolarmente adatti alla elevazione del pensiero e dello spirito.

Lo spirito appunto perchè il festival si caratterizza, anche nel nome, per una particolare intenzione di confrontarsi con il tema della spiritualità nei suoi molteplici e diversi aspetti, proponendo analisi di carattere storico, considerazioni sull’attualità, testimonianze ed esperienze di vita. Dalla religiosità degli antichi romani alle scoperte sulla montagna sacra del Sinai, dalle sommosse contemporanee nel mondo islamico alle domande impertinenti a papa Benedetto XVI, dal rapporto architettura-paesaggio al testamento spirituale di Tiziano Terzani, dal ruolo del silenzio nella comunità di Bose a riflessioni di matrice zen, da esperienze di “vita senza soldi” a pratiche di preghiera cristiana o pre-cristiana.

Una proposta davvero straordinaria, questa di “Spiritualia” 2012, che la Provincia di Pesaro e Urbino sostiene con convinzione, ben al di là del sostegno economico condizionato dalle difficoltà del momento, e che, siamo certi, avrà una grande partecipazione. Mai come quest’anno suona azzeccato lo slogan del “festival che inizia dove finisce l’asfalto”. “Spiritualia – Ville e Castella” ci porta infatti non solo “fuori”, per farci vivere meglio la natura e la storia, ma ci guida anche “dentro”, nella essenza più intima del nostro spirito e del suo cosmo.

PERCHE’ SPIRITUALIA

Nella sua dignitosa storia, Ville e Castella di slogan ne ha partoriti molti. Dopo aver portato l’immaginazione al podere, siamo diventati un festival dal volto umano, per renderci poi conto che siamo l’unico festival che inizia dove finisce l’asfalto. Nel 2002 Ville e Castella è diventata per un momento Immaginaria, vista la ricchezza di idee ma la pochezza di fondi. Da quest’anno, con gli stimoli dell’assessore Davide Rossi, diventa Spiritualia volendo con ciò indicare una esplicita attenzione per la ricerca di senso, di risposte, di prassi, di esperienze e conoscenze che vanno occupando sempre più spazio nella vita di chi ama porsi “le domande”. Ecologia e tecnologia, creatività e razionalità, piacere e felicità, distacco e attivismo, immanenza e trascendenza, non sono state mai così contigue come in questi anni. Finalmente ci si accorge che lo spirito è sempre più una necessità pragmatica. Il programma non è presuntuoso, tutt’altro, è semplicemente umanistico, con tutti i limiti del caso.

I LUOGHI

Sin dalle origini, nel 1992, Ville e Castella si è sempre complicata la vita con la sua itinerarietà, perchè la curiosità e l’amore per il territorio noi della generazione ramarra ce l’abbiamo dai tempi in cui giravamo col triciclo.
Quest’anno, come castelli, abbiamo Barchi, Mondavio, S.Andrea di Suasa, Montalfoglio e Stacciola. Grandi o piccolissimi, noti o semisconosciuti, vantano tutti una storia e sono gradevolissimi da vivere nelle sere estive, quando le zanzare scendono nel piano e quassù sale la brezza fina. Anche i luoghi del sacro sono numerosi.
Il monastero di Montebello è per noi un ritrovo totemico: quando negli anni ’70 qui già si parlava di biodinamica, a Pesaro sognavano una valle di capannoni fino a Urbino. Dai bei prati ariosi del convento di S.Vittoria si capisce tutta la geografia: montagna, collina, mare. No. Le paludi non ce l’abbiamo. La pieve romanica di S.Giovanni Battista è tra le più antiche della provincia. I suoi muri pietrosi e consunti promettono accoglienza e riparo dalla calura. Lo confesso: l’esistenza della pieve di S.Giovanni in Balsomigno ci era oscura fino a pochi mesi fa: ora la spontanea cordialità dei suoi proprietari ci apre questo nascosto rifugio, sperduto tra le boscaglie del preappennino.
Oltre a Montebello e Balsomigno, anche altri due luoghi sono residenze private che ci offrono ospitalità. Villa Fiorini è ormai abituata a vedere curiosi aggirarsi nel bel parco e nelle cantine per gustare vino e cultura. Il Casale Ceresani è invece una novità assoluta. Addossato al colle dell’eremo di Monte Giove, è il posto giusto per parlare di silenzio.
Attratti sempre anche dalle montagne, abbiamo scovato una cava abbandonata, al cui centro si erge un solo, grande monolite, da noi battezzato subito menhir. L’impressione è di un luogo arcaico e arcano, tanto bello da meritare di dormirci in tenda. Ancora più in alto, un’altra montagna segreta ci attende coi suoi prati sommitali, per offrirci l’ennesima alba da raccontare ai nipoti. Volete vedere la Croazia senza andare in Croazia? Venite all’Alba Dorata. Il mare non è solo uno sfondo ma merita di essere solcato. Conferenza zen sulla banchina e poi tutti a bordo di Regina Isabella, o sulla vostra barca, o sul moscone a nolo, per costituire un auditorium galleggiante alla deriva. Dove? Nelle coordinate riportate in programma, ovvio!

LE CONFERENZE

Cosa significa spiritualità? Noi proviamo a declinarla con queste relazioni. Come pregavano nel loro intimo, se avevano un intimo, i romani? Ce lo spiega Valerio Massimo Manfredi. Con Franco Cardini ci addentriamo nelle inquietudini umane, che nel medioevo hanno poi generato le streghe. Emmanuel Anati presenta le sue incredibili scoperte archeologiche ad Har Karkom: Mosè è storia, non allegoria. WuMing2, da romanziere documentatissimo, narra le tensioni religiose che fanno da sfondo alle vicende mediterranee del XVI sec. Nel nostro immaginario il misticismo tibetano è solo maschile. Carla Gianotti ci racconta invece della presenza inaspettate di figure femminili su quegli altipiani.
Farian Sabahi, profonda conoscitrice del medio-oriente, ci spiega i retroscena di questa inaspettata primavera islamica, mentre Piergiorgio Odifreddi, da razionalista, scrive una lettera aperta all’attuale Papa, Benedetto XVI, chiedendo risposte. Marcello Balzani invita a riflettere sul rapporto architettura-paesaggio, perché ne va dello spirito di chi ci vive, in quel paesaggio.
Il documentario di Zanot – De Martino racconta il lascito spirituale di Terzani, mentre Pallavidino e Halvorsen hanno documentato la vicenda di Heidemarie Schwermer, che ha scelto di privilegiare l’essere all’avere, vivendo senza soldi …e senza morire di fame!
Padre Giuseppe Ferro Garel presenta l’esperienza esicastica dei Ricostruttori nella preghiera, che pregano ricostruendo e ricostruiscono pregando, mentre Sabino Chialà spiega il senso del silenzio, così prezioso presso la comunità dei monaci di Bose.
Il monaco buddhista Yushin propone una serie di riflessioni Zen in riva al mare per navigare nella libertà interiore. Preferite la montagna? Allora partecipate alla seduta di yoga cristiano a 1.400 metri di altezza, guidati da Antonia Tronti. Dara Molloy ci spiega perchè ha abbandonato il cristianesimo (ma senza rancore) per abbracciare gli antichi culti celtici, mentre Roberto Verzolini cerca (e trova) la matrice gioiosa nel cristianesimo delle origini.
La guarigione nel corpo e nello spirito può avvenire anche attraverso l’arte e il colore, secondo l’insegnamento di Rudolf Steiner. Carla Borri e le sue collaboratrici ci spiegano come e perché, il tutto in mezzo ad una radura nel bosco, tanto per non farci mancare nulla.

I CONCERTI

La curiosità eterogenea del festival è ormai proverbiale, con una propensione per le contaminazioni tra etnico, folk e elettronico. In questa edizione si va dal folk trans-mediterraneo dei Viamedina a quello eco-satirico dei Rari Ramarri Rurali, da quello trans-balcanico degli Obelisco Nero a quello ben più etnico della tradizione griot sub sahariana di Djeli-Kan. Il misticismo estremo viene proposto dallo spettacolo ipnotizzante dei Dervisci Rotanti, (unico ensemble dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità) ma ancor più trascendentale potrà rivelarsi il concerto all’alba, sulla montagna, del sitar di Amamath Mishra, accompagnato da Ricchizzi e Vibhas Mishra.
Musica, ironia e fantasticherie giocose promettono Luca Mauceri e i suoi compagni di viaggio, cresciuti assieme a Guido Ceronetti. Mario Mariani promette invece musica istrionica e fantasia sardonica, letteralmente in piena deriva surreale, su un grande veliero in mezzo al mare.
Un programma colto e raffinato è valso un bel riconoscimento a Contradamerla, che si confronta con Altai, un romanzo palpitante per chi subisce il fascino della storia. Una sperimentazione sonora più ardita ci attende sul prato del monastero di Montebello, con la ricerca di ampie atmosfere profonde dei Sacri Cuori. Attorno ad un menhir, in uno scenario ancestrale, saremo scossi dalla forza primigenia e istintuale delle tante percussioni di Quartiere Tamburi, e anche la chiusura del festival è affidata ad un grande batterista, Luca Capitani, che col suo Trio Power e le sue figurazioni ritmiche darà più di una scarica elettrica agli amanti della fusion potente e tecnica. Finale col botto, che solo un festival che ama il silenzio si può permettere.

IL TEATRO

Il teatro si fa a teatro, ma noi proviamo a portarlo in campagna.
Orti insorti è perfettamente tagliato sulla filosofia del festival, che ha sempre fatto il tifo per i contadini. Elena Guerrini ci dimostra che fare l’orto è operazione nostalgica e rivoluzionaria, sudaticcia e gaudente, culturale e terra terra. Sorridere, meditare, apprendere.
Il Teatro dei Sensibili di Guido Ceronetti spiazza ogni volta. Surreale, esilarante, grottesco, tragico e feroce, intriso di storia e impastato nella contemporaneità più impresentabile, catartico e pacificante come tutti i pensieri che non temono la tragedia. Ottimo per disintossicarsi dal vacuo catodico.
Tanti leggono Dante. Claudio Tombini è fra i pochi a recitarlo. Quell’Ulisse inspirato, quel Ugolino che schiocca la mascella, lo sgomento del Poeta, la fermezza solenne del suo duca, gli strazi dei dannati… Questa volta sarà un buio uliveto a rendere frementi le terzine, interpretate tutte a memoria.
Il Sogno shakespeariano è un gran bel testo, la serata è nel cuore dell’estate, la pieve di Carpegna è di per se scenica. Il Teatro delle Fragole è un teatro tutto al femminile, gioioso e libero, e le regie di Tricia Caselli sono coraggiose e irriverenti. Che la magia del teatro si sprigioni in tutta la sua ben nota pienezza, in questa notte di mezza luna!

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