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Oratorio Concertante Per La Notte Di Natale Nell'Abbazia Cistercense Di Fontevivo Parma

il 19 dicembre 2009

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Fontevivo Parma Altro

Descrizione dell'Evento

Sabato 19 dicembre alle 18: lirica, poesia, musica, il Comune augura Buon Natale ai cittadini Sul palcoscenico il soprano Halla Margret, il baritono Valdis Jansons, l’arpista Carla They, Roldano Innocente alle percussioni con la regia di Enzo Vanarelli. Ingresso libero

Il suono del sacro tra musica, liturgia e parola, riempie le navate dell’Abbazia Cistercense di Fontevivo. Saranno le parole antiche dei Vangeli e quelle più moderne di grandi poeti - colte, dipanate, smontate e rimontate all’infinito – su partitura per arpa a guidare gli spettatori nell’Oratorio Concertante per la Notte di Natale, evento prestigioso in carnet sabato 19 dicembre alle 18 in chiesa.

Il pensiero di teologi e poeti come Sant’Agostino, Gerald M. Hopkins, Giovanni Testori e Tomas S. Eliot, iniziando il viaggio dal prologo del Vangelo di Giovanni, prima in greco, poi in latino e infine in italiano, accompagneranno il pubblico in uno spazio di ricerca interiore aperto alla speranza. Così il Comune di Fontevivo organizza in collaborazione con l’associazione culturale parmigiana Alta, il patrocinio della Regione Emilia Romagna – tra note e poetiche di senso – un evento unico per porgere alla cittadinanza gli auguri di buon Natale, buone feste e buon anno nuovo.

La regia è firmata da Enzo Vanarelli, docente aggiunto di Storia del Teatro all'Università di Parma, con Alessandra Fantini voce anglofona sul palco, lo stesso Vanarelli in scena, Alessandra Azimonti, Federico Dilirio e Francesca Berti voci recitanti, il soprano Halla Margret, il baritono Valdis Jansons, Carla They all’arpa molto applaudita in Italia e all’estero e Roldano Innocente alle percussioni.

Sarà una rievocazione della natività al di fuori dei canoni tradizionali. Una narrazione di fatti tratti dai Vangeli che si intreccia a canti e musica con i Magi giunti dall’Oriente, che danno messaggi in inglese e in greco antico.

L’Oratorio Concertante non è una rappresentazione replicata all’infinito, ma adattata ogni volta ai luoghi dove viene portata in scena: l’associazione Alta sceglie sedi colme di storia e identità dislocate in edifici di primario valore storico e monumentale, come l’Abbazia Cistercense, simbolo di Fontevivo – ha sottolineato il commissario Franco ZasaAbbiamo scelto questo evento per porgere gli auguri di Buon Natale e Buon Anno Nuovo alla cittadinanza perché in tempi di crisi economica e caduta libera di alcuni ideali, tornare al senso della Storia e alla ricerca attraverso testi e musica, è offrire un’opportunità di spessore a tutti, un richiamo alla riflessione. L’Oratorio può essere collocato cronologicamente in tutto il periodo natalizio, in quanto i testi impiegati, rispetto al calendario liturgico, coprono il periodo dall’Avvento fino all’Epifania. Dato il suo elevato livello di elaborazione formale, il luogo ideale in cui eseguirlo è uno spazio adeguato: l’Abbazia monumentale è perfetta per questo. La gratuità dell’evento è inoltre un modo per sostenere la cultura e renderla alla portata di tutti”.

Il Natale non è una fiaba bella per scartare regali, consumare attorno alla tavola imbandita e festeggiare attorno all’albero addobbato di balocchi. E’ l’ingresso di Cristo nella storia, così lo spettacolo non è intrattenimento, ma un’esplorazione sui possibili modi dell’interazione tra parola e musica. Non un “recital” in senso stretto perché nell’Oratorio Concertante sempre la parola è suono, non è un “concerto” perché sempre il suono è significato. Quindi il pubblico entrerà in simbiosi con una formazione unica: due attori, due attrici, due cantanti lirici, due strumentisti.

Il Natale è un evento dirompente nella storia dell’uomo da duemila anni – come ha spiegato Enzo Vanarelli presentando uno spettacolo che fonde riporta in vita le prime origini del teatro, a partire dalla tragedia greca -

Si parlerà della nascita di Cristo, ma non della festa, dei regali e delle luci, del Natale in senso commerciale. Cristo non è una favola ma una persona scomoda, che ci ha chiesto di diventare fratelli di un Dio incarnato e caricato di una responsabilità che va oltre la morte. Un peso immenso sulle spalle dell’uomo,che è stato sentito da grandissimi poeti. Saranno loro a guidarci nell’Oratorio verso il sangue di Cristo e le lacrime di Maria”.

Sul palcoscenico gli interpreti – come personaggi maschera della tragedia greca – diventano corpo dell’evento, coro che accompagna l’azione, ma anche singoli che invocano e pongono domande, cercano risposte.

«L’obiettivo è tornare a fare teatro e recuperarne il ruolo sacramentale, liturgico – ha concluso Vanarelli - Credo fermamente che la realtà imiti il teatro e non il contrario,e che se il teatro tornasse ad essere rito,la realtà non sarebbe la stessa,discutibile, di oggi».

L’approfondimento. “Proponiamo all’ascolto o forse più alla meditazione un Oratorio che cerca nelle ansie, nei problemi e nelle attese di noi donne e uomini d’oggi. Se è vero infatti che le problematiche religiose ed esistenziali dell’uomo restano invarianti attraverso lo scorrere dei secoli, è pur vero che variano fortemente le sensibilità con cui le stesse vengono sentite e affrontate – ha concluso il regista Vanarelli - Tolte le incrostazioni sentimentali ci sembra però l’ora di riportare alla luce le fondamenta esistenziali e metafisiche della meditazione, con un altro rigore. Quindi la scelta di basi testuali e musicali tutte moderne; diversi intenti sostanziali e formali; una diversa ipotesi di suggestione nell’intreccio di parola e musica: infine un assetto meno basato sulle certezze e più orientato alle problematiche e alla speranza”.

Testi poetici. I testi poetici impiegati provengono da fonti inconsuete: dai “Poems” di Gerald M. Hopkins; da “La terra desolata”, “Ariel Poems” e “Assassinio nella cattedrale” di Thomas S. Eliot; da “Nel Tuo sangue” e “Interrogatorio a Maria” di Giovanni Testori. E ancora da Sant’Agostino e John Donne. E naturalmente dall’Incipit del Vangelo di Giovanni, nell’originale greco, nella vulgata latina e in italiano, a scandirne il mistero di profezia e il lento e difficile cammino verso la comprensione.

Musiche. Le musiche risultano da un adattamento per quattro voci (due liriche e due strumentali) dal “Veni Creator Spiritus” e dal “De Temporum fine Comoedia” di Carl Orff, rispettivamente la prima opera del celebre compositore, inizio delle sue inedite ricerche e l’ultima, apocalittica, scritta a pochi anni dalla morte come anelito di salvezza universale.

Una frase dominante dell’Oratorio, emerge dai “Quattro Quartetti” di T. S. Eliot: “Il genere umano non può sopportare troppa realtà” fino al biblico "E il mio grido giunga a Te".

Due eccellenze sul palcoscenico

Carla They, nata a Parma in una famiglia di musicisti si è diplomata a pieni voti in arpa presso il Conservatorio G. Nicolini di Piacenza nel 1990; subito dopo ha avviato la carriera solistica e in questa veste si è esibita presso importanti istituzioni e teatri in Italia e all'estero (Consolato Italiano di Parigi, Teatro Regio di Parma, Teatro Valli di Reggio Emilia, Teatro Bibiena di Mantova, Hotel Hermitage di Montecarlo, VolksHaus di Basilea, Auditorium Paganini di Parma, ecc.). Ha dato vita a raffinate formazioni cameristiche per le quali ha svolto accurate ricerche bibliografiche ed è autrice di numerose trascrizioni per arpa. I suoi interessi si rivolgono anche alla musica antica, celtica e jazz collaborando con affermati artisti.

Enzo Vanarelli, regista e attore di prosa, autore drammatico iscritto alla SIAE, docente aggiunto di Storia del Teatro all'Università di Parma e direttore artistico della nuova Associazione Culturale ALTA di Parma. Opera professionalmente nel teatro dal 1976. Regie principali: "Assassinio nella Cattedrale" di T.S. Eliot, 1982; "Arabesque" col Centro Culturale Italo-Arabo, Ambasciata d'Egitto, 1982; "La Moscheta" di Agnolo Beolco (Ruzante) 1983; "Sogno d'una notte di Mezza Estate" di W. Shakespeare, 1985; "Lazzarina tra i coltelli" di Rosso di San Secondo, 1987; "Alcesti" da Euripide, Alfieri ed altri, 1988; "La Locandiera" di C. Goldoni, 1990; "Oratorio concertante per la notte di Natale", 2007. Già Presidente regionale e membro della Direzione nazionale Federcultura; esperto della Regione Abruzzo per lo Spettacolo e Beni e attività culturali, coestensore della L.R. 11.11.93, n° 56 della Regione Abruzzo e suo regolamento nonché membro in prima applicazione del relativo comitato tecnico-scientifico.

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