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Alberto Manfredi Gli anni della formazione 1949-1960

dal 20 ottobre al 09 dicembre 2007

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Montecchio Altro

Descrizione dell'Evento

Montecchio Emilia espone importanti opere del grande artista reggiano nelle sale del Castello dal 20 ottobre al 9 dicembre

Il Comune di Montecchio Emilia continua a promuovere l'arte pittorica del Novecento attraverso un'importante mostra dedicata ad Alberto Manfredi, artista colto ed estroso, la quale si propone di illustrare, attraverso un ricco corpus di dipinti e monotipi, gli anni della formazione del pittore reggiano che vanno dal 1949 – quando Manfredi diciannovenne frequentava l'università  a Bologna –, al soggiorno a Parigi e agli anni in cui divenne assistente di Mino Maccari all'Accademia di Roma.
La mostra, che si colloca all'interno degli eventi in cartellone per il tradizionale appuntamento con la Fiera di San Simone, sarà  inaugurata nella suggestiva cornice del Castello Estense sabato 20 Ottobre alle ore 18,00 e si protrarrà  fino a domenica 9 Dicembre.
Pittore e incisore fra i più raffinati della sua generazione, Alberto Manfredi é ricordato sicuramente come uno degli artisti più illustri dell'arte contemporanea reggiana. Vero peintre-graveur, la sua profonda cultura anche letteraria – si era laureato in Lettere a Bologna, e in quella città  aveva potuto frequentare, fra gli altri, Giorgio Morandi, di cui eseguì diversi ritratti –, unita alla sua precocissima vocazione di incisore, ha certamente contribuito ad indirizzarlo verso il livre d'artiste: oltre cento sono infatti le edizioni di opere da lui illustrate, per editori come l'Officina Bodoni, Franco Sciardelli, Giorgio Upiglio… Le caratteristiche salienti della sua arte grafica – un linguaggio preciso, rigoroso e sobrio, che ha voluto sempre tenersi distante dalle mode, ricercando in se stesso e nelle sue profonde scaturigini protonovecentesche (da Degas a Beckmann, da Modigliani a De Pisis) le proprie ragioni espressive – si riscontrano allo stesso modo nella sua pittura, e non é certo un caso che uno dei protagonisti dell'arte italiana del Novecento, Mino Maccari, scrivesse di lui che restava «fra i pochi pittori che sanno ancora disegnare». Numerosissime le mostre personali, alla Galleria del Milione e alla Galleria Il Mappamondo di Milano, alla Galleria Pananti di Firenze, al Palazzo del Parlamento Europeo di Strasburgo, alla Bouquinerie de l'Institut di Parigi, culminate pochi mesi prima della sua scomparsa in una grande mostra antologica di oltre cento dipinti organizzata a Palazzo Magnani nella sua città .
La mostra – La mostra espone efficacemente alcune delle opere più importanti di Manfredi prodotte durante i suoi primi anni di pratiche artistiche.  Sono anche gli anni delle prime importanti mostre, con galleristi come Tanino Chiurazzi e Otello Monzali, e delle prime illustrazioni per libri e riviste, come “Il Gatto Selvatico” di Attilio Bertolucci, “Il Borghese” di Leo Longanesi, i libri dell'enologo-editore Luigi Veronelli. Si tratta di un periodo poco conosciuto di Manfredi, sia per quanto riguarda l'opera grafica (e in particolare i disegni a monotipo e le prime rarissime incisioni, fatte su matrici di cartone), sia, e soprattutto, per quanto riguarda la pittura: la maggior parte dei dipinti qui esposti lo sono infatti per la prima volta, e provengono direttamente dallo studio del pittore, dove sono stati gelosamente custoditi per quasi cinquant'anni. Si avrà  modo così di seguire gli esordi di un artista molto discreto ma molto scrupoloso, e altrettanto fermo e tenace nel perseguire le ragioni della propria opera. Compaiono già  i temi che l'artista non avrebbe più abbandonato: gli autoritratti con modella, gli animali, i paesaggi; e sorprende, fin dalle prime opere, il taglio preciso del disegno, la pienezza delle forme, la ricchezza dei colori, dapprima in più forte contrasto, e che tendono poi progressivamente a fondersi in una più minuta ricerca del particolare espressivo.

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